La novità fu accolta con interesse nell’ambiente musicale e sulle riviste del settore. La prima manifestazione di grande rilevanza fu il Festival di musiche moderne italiane ed americane, in collaborazione con l’Associazione italo-americana di Napoli, nella scenografica cornice del Museo di San Martino. Otto concerti tra aprile e maggio del 1959. Musiche di 26 compositori italiani e 22 americani. 45 interpreti, 29 italiani e 16 americani, si alternarono ad eseguire musiche spesso in prima esecuzione assoluta. Partecipò un attento e folto pubblico e tutta la manifestazione fu registrata e ritrasmessa dalla Rai. Nel dépliant illustrativo del Festival il presidente Martini scrive: “Che il battesimo di San Martino conforti le nostre speranze!”
In effetti le iniziative continuarono, anche in collaborazione con altri enti e organizzazioni, su tutto il territorio nazionale, dall’Ambrosianeum di Milano agli Amici di Castel S. Angelo a Roma, a Modica, sempre proponendo musiche di compositori contemporanei e lanciando anche giovani concertisti. Al M° Martini subentra come Presidente Otello Calbi, che tra l’altro inventa un “format” (si direbbe oggi!) di “musiche pianistiche ispirate al mondo infantile”, che viene accolto con interesse in varie rassegne concertistiche.
pubblico folto al Museo di S. Martino
tra gli altri, la moglie e la figlia di Calbi
Dopo qualche anno il MAN declina. Ma viene riproposto con forza nel 1990, con un comitato promotore di cui fanno parte nuovi compositori accanto ad alcuni già protagonisti della precedente esperienza. Viene eletto presidente di nuovo Calbi. Presidente onorario è il Direttore del Conservatorio Filippo Zigante. Segretaria Elsa Evangelista, che diventerà a sua volta Direttore del Conservatorio San Pietro a Majella.
Immediatamente si decide di rilanciare il ‘900 napoletano e si organizzano varie manifestazioni in cui vengono riproposte le composizioni dei gloriosi Longo, Martucci, Cilea e Gargiulo, il cosiddetto ‘900 storico, e accanto a loro musicisti contemporanei, alcuni quasi esordienti. 1990, ’91, ’94, nella sala Martucci del Conservatorio di Napoli, al Circolo Artistico, poi anche alla Casina Pompeiana in Villa Comunale, si alternano concerti accompagnati da attente illustrazioni di critici e musicologi.
Un modo per far conoscere la produzione musicale della scuola napoletana, valorizzando anche le capacità dei diversi esecutori, alcuni molto giovani, chiamati ad interpretare i lavori in programma. Tra gli altri il ricordo di Rosa Maria Bene, oggi apprezzata pianista e docente, che fece il suo esordio in pubblico nel ’91: “Avevo appena 9 anni. Ricordo con grande nitidezza il mio ingresso nella bellissima sala. L’emozione era fortissima nel vedere il palco e il pianoforte a coda che mi attendevano. Avrei eseguito la “Gavottina della bambola” di Alessandro Longo. Forse è stato proprio in quella circostanza che ho realizzato che avrei voluto fare la concertista”.
D’altra parte questo era l’intento del MAN, “valorizzare la cultura musicale di oggi e la storia di domani”, come aveva scritto Calbi nel “Manifesto” di rifondazione.
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