da “Il mondo della musica”, Roma, anno XI, n. 5 - dicembre 1973
“L’attività operistica, nell’Italia musicale, specialmente a partire dal Settecento, ha predominato nel mondo dei suoni. Non per questo la produzione sacra, nelle diverse forme, è stata meno copiosa, anche se spesso non ha raggiunto quella mistica spiritualità contemplativa che costituisce la specifica bellezza di questo genere di composizioni. … Noi ci fermeremo sulle musiche scritte per il Natale. …
Tra tutte, una piccola gemma va notata in un breve componimento natalizio di don Lorenzo Perosi: Natalìtia, eseguito il 25 dicembre 1937 nel Vaticano. Piacque tanto da meritare una lettera d’elogio del cardinale Eugenio Pacelli: “Ecc.mo Perosi, il Suo Canticum Natalìtia che dalla Casa del Padre allietò il mondo cristiano la sera della Natività, è ora omaggio filiale al trono di Lui, nella muta eloquenza delle sue note appassionate …”. Il lavoretto, in gran parte strumentale, scritto con mano esperta, ci riporta non poco a quei componimenti antichi, per la loro preziosità d’inventiva. …
Tra gli autori degli Oratorii e delle Cantate a Napoli dopo il 1735 il più popolare è Carmine Giordano, il quale scrisse molte musiche per la chiesa di San Domenico. …
Di Giovanni Paisiello si ricordano la pastorale Audite pastores e altre. Il meno conosciuto Giovanni Prota dedicò le sue musiche natalizie alla napoletana Real Casa d’Educazione ai Miracoli. ….
Niccolò Iommelli scrisse una Alleluja solenne, pur usando una ritmica un po’ bizzarra. …
Ancora in Italia si ebbe nel fecondissimo Settecento il primo musicologo napoletano: Giuseppe Sigismondo. Questi scrisse una cantata per due soprani, L’arrivo dei pastori alla capanna, e altre cantate. …
I drammi sacri, le cantate, le pastorali, gli oratorii si rinnovano in tutti gli angoli cattolici del globo ed è con essi che la Chiesa cattolica continua i festeggiamenti natalizi richiamando spesso i fedeli fra il giubilo osannante dell’Alleluja”.
da “Il S. Carlo – Rivista internazionale di musica” - anno IV, numero VI (1962)
in occasione della nomina a Direttore del Conservatorio “San Pietro a Majella”
“La Scuola musicale napoletana ha un altro Capo: Terenzio Gargiulo. Nel solco della tradizione, durante la quale s’incontrano Provenzale, Fago, Tritto, Leo, Fenaroli, Paisiello, Zingarelli, Mercadante, L. Rossi, Platania, Martucci e Cilea, possiamo aggiungere Jacopo Napoli e Terenzio Gargiulo. Due nomi che discendono “per li rami”: basti citare De Nardis, Rossomandi, Antonio Savasta e Gennaro Napoli, che sono stati i loro insegnanti.
Come nacque, nel Maestro Gargiulo, l’amore per la musica ce lo ha detto lo stesso Maestro attraverso semplici ricordi: il desiderio di ascoltare musica, che si manifestò in lui sin da bambino; l’emozione dei primi contatti con essa …; il vecchissimo pianoforte Kaps gran corda troneggiante nell’angolo del salotto, in attesa che suo padre, professore di Scienze, leggiucchiasse i valzer di Strauss, come usava fare tutte le domeniche. ….
Il brillante esito dell’esame di Concorso per l’ammissione al Conservatorio nel 1917 (83 concorrenti, tre posti) fu il via all’inizio di severi sacrifici. Un immediato sottoporsi ai rigori dei viaggi (si partiva alle 6,50 la mattina!) e della Scuola. La Scuola di Rossomandi. …
Gli altri insegnanti, Camillo De Nardis, Gennaro Napoli, Daniele Napolitano, Antonio Savasta, formarono la cultura musicale del giovane musicista, a cui contribuirono anche altri Maestri … e la severa ed illuminata disciplina di Francesco Cilea. …
A Terenzio Gargiulo è affidata oggi la Scuola musicale napoletana, quella luminosa Scuola costituita da cento insegnanti e cinquecento allievi che hanno riposto in lui tutta la loro fiducia per percorrere insieme la strada tesa alle mete più alte”.
“Il S. Carlo”, una bella rivista ideata e diretta dal vulcanico Max Vajro (n. 1 nel novembre 1958), dalla grafica e impaginazione raffinate, che alternava articoli e firme importanti, approfondimenti storici, informazioni sui cartelloni delle più importanti stagioni liriche e sinfoniche italiane, ma aveva anche una sua levità mondana, con foto del pubblico che frequentava il San Carlo, le eleganti toilettes delle signore, gli smoking d’ordinanza degli uomini. Lo spaccato di un’epoca che fu.
Da un'idea di Roberta Calbi - ©2025 - tutti i diritti riservati
Lascia un tuo pensiero sul Libro dei messaggi
Powered by: Ugo Amirante